N° 110
1.
Washington
D.C., la capitale di una delle nazioni più potenti del mondo ma anche, proprio
per questo, un luogo dove si intessono ragnatele di intrighi e di inganni così
ingarbugliate che diventa quasi impossibile districarle e distinguere l’alleato
dall’avversario, l’amico dal nemico tanto i ruoli cambiano in fretta.
L’uomo
che siede davanti ad una consolle in una stanza in penombra lo sa molto bene
dal momento che lui stesso ha partecipato a molti di essi recitando ora un
ruolo ora un altro e ne è sempre uscito indenne. Accadrà anche stavolta? Non
può saperlo, ma cos’è la vita senza un po’ di rischio?
Attiva
uno speciale collegamento satellitare che gli hanno garantito essere
irrintracciabile e dice semplicemente:
-Sono io. Attivare la fase due.-
L’Howard
A. Stark Memorial Hospital sorge nel Lower East Side di Manhattan ed appartiene
alla Fondazione Maria Stark, lo stesso ente benefico che finanzia i
Vendicatori. Per speciali accordi con il Dipartimento Federale delle Prigioni e
coni suoi omologhi degli Stati di New York e New Jersey, un’ala dell’ospedale è
destinata ad ospitare supercriminali che hanno bisogno di cure che le
infermerie delle carceri locali non possono adeguatamente fornire ed è proprio
lì che di buon mattino arriva Capitan America.
-Cosa posso fare per lei, Capitano?- le chiede
un agente del F.B.S.A. che di guardia all’ingresso dell’ala in questione.
-Mitchell Tanner, Warhawk. Vorrei vederlo.-
risponde lei.
L’uomo
non pensa nemmeno di discutere e replica:
-Mi segua.-
Cap
viene portata in una stanza blindata dove un’infermiera dai capelli rossi sta
terminando di medicare un uomo sdraiato su un lettino la cui pelle manda strani
riflessi.
L’infermiera
finisce il suo lavoro e si volta verso la nuova venuta sfoggiando un sorriso
cordiale ed esclamando:
-Capitan America! È un piacere incontrarla. Mi
chiamo Christine Palmer.-
-Il piacere è anche mio, Miss Palmer. Mi dica:
è possibile parlare con il prigioniero?-
-Al momento è sotto sedativi ma dovrebbe
essere abbastanza cosciente. Stia attenta, però, è un individuo molto
pericoloso… ma non devo dirlo a lei, giusto?-
-Giusto.-
Cap
si avvicina al lettino e si china sul paziente, un uomo sui 35/40 anni dalla
pelle di metallo brunito trattenuto da speciali cinghie di contenzione, e lo
chiama:
-Tanner.-
L’uomo
apre gli occhi, la fissa e replica semplicemente:
-Capitano.-
-Ti hanno trovato più morto che vivo tra le
rovine di un magazzino del New Jersey raso al suolo da una potente esplosione.[1]
Solo la tua pelle speciale ti ha permesso di sopravvivere ma non senza danni.
Il problema è che tu non avresti dovuto essere lì ma alla Volta dopo che io ti
avevo catturato a Boston.[2]
A quanto pare, però, non ci sei mai arrivato. Chi ti ha liberato?-
Mitchell
Tanner increspa le labbra in un tentativo di sorriso e ribatte:
-Non te lo dirò mai. Io non tradisco.-
Liz
Mace sospira. Non si aspettava un esito diverso ma doveva almeno tentare.
Sam
Wilson scende dalla sua auto e si guarda intorno. Apparentemente il posto è
deserto.
-C’è nessuno?-
chiede.
-Sono qui.- risponde una voce dall’oscurità
davanti a lui.
-Un appuntamento in un garage sotterraneo di
Washington ed un uomo nascosto dietro una colonna fanno molto “Tutti gli uomini
del Presidente”, ma questo non è un film, io non sono Bob Woodward e lei non è
Gola Profonda, quindi perché non esce allo scoperto? Io avevo chiesto un
incontro faccia a faccia[3]
non questa pagliacciata.- ribatte Sam con voce dura.
-Dovrà accontentarsi di questo. Noi teniamo
alla nostra privacy.-
-“Noi”? Quindi lei fa parte di un’organizzazione?
Quanto è vasta?-
-Lei fa troppe domande, Congressista Wilson ma
non ha ancora risposto all’unica che conti: è disposto a lavorare per noi?-
-Lo dice come se il vostro non fosse un
ricatto.-
-Ricatto è una brutta parola. Le abbiamo
semplicemente offerto di bloccare un filmato bollente di lei con la defunta
Nikki Adams. Vogliamo solo proteggere anche la sua privacy.-
-Ed in cambio cosa vorreste?-
-Lei è membro di diverse commissioni della
Camera tra cui quella sui servizi segreti. Ci basterà che ci passi qualche
notizia interessante ogni tanto. Le indicheremo noi di volta in volta su quali
argomenti.-
-Capisco. E quando dovrei cominciare?-
-Ha già cominciato. Aspetti nostre notizie a
breve.-
Silenzio
e Sam è sicuro che l’uomo se ne sia andato. Tutto come previsto.
2.
Quando
esce dallo Stark Memorial Capitan America trova ad attenderla un uomo che
indossa un costume simile al suo a parte che il bianco ed il blu sono
invertiti.
-Dalla tua faccia intuisco che hai fatto un
buco nell’acqua.- le dice il Comandante America.
-Lo avevo previsto ma non per questo la cosa
non mi fa rabbia- replica Liz Mace -Mia sorella è scomparsa ed i miei genitori
sono costretti a nascondersi sotto protezione per evitare di essere uccisi.
Warhawk potrebbe portarmi da chi lo ha ingaggiato ma non lo farà per un
malinteso senso dell’onore.-
-Ma noi sappiamo bene chi lo ha ingaggiato: la
North Organization.-
-Saperlo e provarlo sono due cose molto
diverse, Frank. Al momento Sir Ian McMasters e la sua cricca sono intoccabili,
purtroppo.-
-Ma non per molto, speriamo. Se la tua amichetta
farà bene il suo lavoro…-
-Non chiamarla così. Lei sta rischiando grosso
e se devo essere onesta, sono preoccupata per lei: qualunque cosa stia facendo in
questo momento, potrebbe essere in pericolo.-
Il
nome della donna è Carolyn St. Lawrence, Cary per gli amici. È stata un
ufficiale di carriera dell’Esercito degli Stati Uniti per buona parte della sua
vita da adulta e lo è ancora ma questo le persone che sono con lei adesso non debbono
saperlo. È anche lesbica, il che in un mondo perfetto non sarebbe assolutamente
rilevante ma, ahimè, quello in cui viviamo è un mondo tutt’altro che perfetto.
Tuttavia, questa volta Cary ha potuto usare la cosa a suo vantaggio.
Le
sue inclinazioni sessuali e le presunte discriminazioni che avrebbero
ostacolato la carriera sono state la chiave di volta che l’ha resa una
credibile candidata per un ben remunerato impiego alla North Organization, una
celebre società internazionale di contractors, parola più nobile di mercenari.
Cary
detesta fingere ma c’è davvero del marcio nella North Organization e lei è
decisa a portarlo alla luce a qualunque costo. Questo spiega perché si trova a
questo meeting nella sede della North a Falls Church, Virginia, con un gruppo
di contractors ben addestrati.
-Il vostro obiettivo è semplice.- sta dicendo
David Levine COO[4] della North -Verrete
paracadutati in Azania, un piccolo Stato dell’Africa orientale nella Regione
dei Grandi Laghi, qui preleverete il Presidente Moise Bomvana e lo scorterete
fino ad un punto prefissato di esfiltrazione.-
-Detta così, sembra molto semplice ma non lo è
affatto, non è così?.- commenta una donna bionda dall’accento russo.
-Infatti, è così.- interviene un uomo elegante
con gli occhiali -La capitale è sotto assedio da parte delle truppe della
Federazione Panafricana ed è solo questione di tempo prima che cada.-
-Ed è per questo che serviamo noi, uomini e
donne di cui non importa niente a nessuno, sacrificabili.- afferma con un
sorriso beffardo un afroamericano alto, muscoloso e dala testa rasata -Non è
questa la verità, Mr…? Non credo di aver capito il suo nome.-
-Perché non l’ho detto. Mi chiamo Frank
Littel.-
-E qual è il suo ruolo in questa vicenda, Mr.
Little? Se devo rischiare la vita, voglio almeno sapere qualcosa di chi vuole
che lo faccia.-
-Mi sembra una richiesta ragionevole.-
interviene Cary.
C’è
un momento di silenzio poi Littel dice:
-Potete definirmi un consulente governativo.-
-CIA.- sibila a mezza voce un uomo di chiare
origini asiatiche.
Littel
prosegue:
-Il mio Governo non può far nulla ormai per
impedire che Azania cada e nemmeno vuole mettersi apertamente in urto con
quelli che ne saranno i nuovi governanti, tuttavia vuole almeno salvare Bomvana
e la sua famiglia.-
-Ed è per questo che tocca a noi farlo.-
interviene ancora Cary -Mercenari al servizio di un’organizzazione privata
senza legami ufficiali con uno specifico governo. In altr parole, come ha detto
il Capitano Jacobs, siamo sacrificabili.-
-Ma sarete anche ben pagati - replica Levine
-Intende forse, ritirarsi, Colonnello St. Lawrence?-
-Niente affatto. Non è mai stato nelle mie
abitudini ritirarmi davanti alle difficoltà, volevo solo chiarire le cose ed
ora che l’ho fatto possiamo passare alla fase operativa.-
-Mi piace il suo atteggiamento, Colonnello.-
dice Littel -Credo proprio che lei riuscirà a portare in salvo Bomvana.-
Speriamo
che sia proprio così, pensa Cary.
Il
cecchino abbassa il fucile e riflette. Un vero peccato dover rinunciare ad un
tiro facile anche se non c’è mai nulla di sicuro con Capitan America di mezzo.
Quello che ha appreso dal
microfono direzionale e dalla lettura labiale è decisamente più importante di
un tentativo di omicidio che poteva anche fallire e va approfondito.
Il nome che lei ha fatto,
l’accenno ai genitori ed alla sorella per tacere di un’amichetta coinvolta in
una missione pericolosa. Tutti pezzi di un puzzle da far combaciare ed il
cecchino sa come trovare quelli mancanti.
Mia
cara Capitan America, pensa il cecchino sorridendo, presto i tuoi segreti non
saranno più tali almeno per me.
3.
Chris
Elder sorride soddisfatto: la registrazione è perfetta. Ora non rimane che
confrontare la voce del tizio che parlava con Wilson con i campioni vocali nei
database a cui ha accesso e con un po’ di fortuna potrebbe trovare un
riscontro. Sarebbe un bel colpo, un primo passo per incastrare quei bastardi
della North Organization. Per colpa loro Jill Harper è stata uccisa a El Paso e
lui stesso ha rischiato di rimetterci la pelle un paio di volte.[5]
Gli esecutori materiali possono essere morti ma i mandanti sono ancora liberi e
questo il massiccio afroamericano non può tolleralo.
Aziona
un microfono e dice:
-Emmy, lo hai agganciato?-
<<Certo.>> risponde una voce
femminile << L’ho individuato non appena uscito dal garage. Un bel
giovanotto dai capelli biondi tagliati a spazzola, un ex militare direi. In
altre circostanze non mi sarebbe dispiaciuto conoscerlo meglio se capisci cosa
intendo.>>
-Questo non è un gioco, Emmy, è una cosa molto
seria, quell’uomo è pericoloso.-
<<Sai chi è?>>
-Ho appena avuto un riscontro: Richard von Burian,
Maggiore dei Marines congedato con disonore. Era nelle Forze Speciali, è un
tipo da prendere con le molle. Ora più che mai, stai attenta, non farti
scoprire.-
<Starò attentissima, zietto.>>
Anche
Jill Harper aveva detto la stessa cosa ma non l’ha salvata, pensa Elder.
Il Palazzo dei
Vendicatori sorge sulla 5° Avenue e quando vi entra Capitan America è accolta
con un sorriso dall’impeccabile maggiordomo Edwin Jarvis.
-Bentornata, Capitano, è un piacere
rivederla.-
-Anche per me, Jarvis.- risponde Cap-Gli altri
non ci sono?-
-Ahimè no. Sono in missione.-
-E suppongo che quel grosso buco in giardino
c’entri qualcosa.-
-È stato il martello di Thor. È una storia
lunga.-[6]
-Me la racconterai un’altra volta. Ora ho una
certa fretta. Devo consultare il database.-
Jarvis
punta lo sguardo sul Comandante America, finora rimasto silenzioso.
-Il signore è con lei? Dal suo vestiario
potrebbe essere una specie di suo parente?-
Liz
Mace scoppia a ridere e replica:
-Forse a lui piacerebbe ma è solo un collega.-
-Che però ti ha salvato il tuo bel sederino
più di una volta.- interviene Franklin Mills.
-Non ho mai detto il contrario. Jarvis, lui
è…-
-Il Comandante America naturalmente.-
-Mi conosce?- esclama, stupito, il Comandante.
-Sono il maggiordomo dei Vendicatori, Sir.- si
limita a replicare Jarvis che poi si rivolge di nuovo a Capitan America
-Immagino che garantisca per lui.-
-Ovviamente, Jarvis. Il Comandanti sa essere
un gran rompiscatole quando vuole ma è affidabile… abbastanza.-
-Grazie della considerazione.- ribatte Mills
sarcastico.
Pochi
minuti dopo i due sono seduti ad una postazione di computer e Cap comincia a
digitare.
-Posso sapere cosa stai cercando?- le chiede
il Comandante.
-Lo saprò quando l’avrò trovato.- è la
risposta.
Il
nome del ragazzo è Patriot o meglio è il nome che usa quando indossa il suo
costume ispirato alla bandiera americana. In questo momento è fermo su un tetto
del quartiere di Brooklyn Heights intento a sorvegliare l’edificio di fronte e più
precisamente un portone vicino al quale campeggiano dei manifesti elettorali che
dicono: votate Josh Cooper per il 7° Distretto. Il volto sopra la scritta è
quello di un afroamericano sui trent’anni con i baffi.
Se
il killer che si fa chiamare Hitman vuole tentare ancora di uccidere Cooper, non
lo farà da qui, pensa Patriot, almeno questo è sicuro. Che ci provi di nuovo è
quasi altrettanto sicuro. Chi lo ha ingaggiato non si arrenderà tanto
facilmente.
Un
rumore alle sue spalle lo fa voltare di scatto e quando vede chi ha di fronte
esclama:
-Tu?-
4.
Capitan America sorride mentre dice a Patriot:
-Calma, ragazzo. Non penserai che abbia
intenzioni ostili, vero?-
-No, tu no di sicuro… e non chiamarmi
ragazzo.-
-Come vuoi.-
-Che ci fai qu? Voglio dire… non stai a
Washington e dintorni di questi tempi?-
-Di solito ma queste sono circostanze insolite.
Sto seguendo una pista… diciamo un’intuizione per essere esatti.-
-Quale intuizione?-
-Che ci sia qualcuno che sta usando mezzi
illegali, tra cui l’omicidio, per influenzare il risultato delle prossime
elezioni ad ogni livello.-
-Questo lo so già. È per questo che Falcon mi
ha chiesto di proteggere Josh Cooper.-
-Ma non sai quanto è estesa la cospirazione.
Io stessa non lo sapevo fino ad oggi. La nostra interferenza ha cambiato le
carte in tavola. Siamo diventati un ostacolo da eliminare. In questo stesso
momento il sicario di nome Hitman ci sta tenendo sotto mira dall’alto pronto ad
ucciderci entrambi.-
-Cosa?- esclama, sorpreso, Patriot -Come fai a
saperlo? E perché sei così tranquilla?-
Capitan
America sorride ancora una volta e risponde:
-Perché ho un asso nella manica.-
Il
Dottor David James Quinn è il consigliere scientifico del Presidente degli
Stati Uniti. Il suo titolo ufficiale è: Direttore dell’Ufficio per le Politiche
Scientifiche e Tecnologiche. È un uomo rispettato sia negli ambienti scientifici
che in quelli accademici. Con gli anni ha imparato a muoversi anche nei terreni
infidi della politica ed è quest’ultima abilità che gli serve adesso.
Nella
sala in cui entra ci sono già due uomini e due donne. Li conosce bene tutti,
anche più di quanto loro stessi sospettino: Henry Peter Gyrich, Assistente del
Presidente per gli Affari Superumani, un uomo il cui zelo per la causa che
serve lo ha talvolta portato a superare certi confini morali in nome di un bene
superiore. Quinn lo comprende molto bene. Alla sua destra una bruna statuaria: la
Dottoressa Anita Erskine, una donna dai molti talenti e dai molti segreti e lui
li conosce tutti. Alla sinistra la bionda algida Kristin Svenson, alias Karla
Sofen, alias Moonstone, una donna che definire pericolosa è decisamente un
eufemismo. Gli sorride in un modo che gli ricorda un gatto che ha appena
adocchiato un topolino. Deve ammettere che si sente leggermente a disagio
perfino lui. Chi è sicuramente a disagio, ed è evidente da come si agita sulla
sedia, è il quarto membro del gruppo: Sonny Burch, Vice Segretario alla
Sicurezza Interna, un uomo che si trova a dover recitare un ruolo troppo grande
per lui.
È
Gyrich a parlare per primo:
-Allora, Dottor Quinn, il soggetto C è
pronto?-
Quinn
prende un lungo respiro, si sfila gli occhiali, li pulisce ed infine dice:
-Per quanto mi compete, sì, ma sono sicuro che
la Dottoressa… Svenson potrà fornire una valutazione accurata dal punto di
vista psichiatrico.-
-Anch’io confermo la sua opinione, Dottor
Quinn.- replica la bionda -La mia diagnosi è che il soggetto C non sia solo
fisicamente pronto ma anche psicologicamente motivato e determinato. Il Dottor…
Fennhoff è d’accordo con me.-
Il Dottor Johann Fennhoff ovvero il Dottor
Faustus, una mente brillante, un QI da genio e Quinn se ne intende di geni. In
questo momento dovrebbe essere in carcere e non a collaborare con una struttura
governativa che ufficialmente non esiste e che è per molti versi illegale, ma
sono dettagli che a Quinn non interessano.
-Molto bene, allora
l’annuncio sarà per domani.- annuncia Gyrich.
E questo sì che interessa a Quinn.
Hitman
ha la testa di Capitan America nel mirino. Un colpo preciso e lui riuscirà dove
in tanti hanno fallito. Un bonus insperato ma il suo committente non ha avuto
problemi a farlo tentare con buona pace di chi era già stato incaricato di eliminare
quel simbolo vivente. Avrebbe dovuto farlo prima.
Per
chiunque da questa distanza su un bersaglio in movimento sarebbe un tiro
impossibile ma non per lui e per il suo fucile speciale.
-Spostati di mezzo grado a sinistra.- dice al
pilota dell’elicottero dove si trova.
Ora
la nuca della Sentinella della Libertà è perfettamente inquadrata nel mirino.
Il dito di Hitman si contrae sul grilletto ed è proprio in quel momento che uno
scudo rotondo attraversa l’aria e colpisce l’elicottero sbilanciandolo.
-Non è possibile!- esclama Hitman sorpreso.
Subito
dopo una figura in costume piomba all’interno e recupera lo scudo.
-Sorpresa!- esclama con un sorriso divertito
sulle labbra il Comandante America.
5.
Sam
Wilson si fida dei suoi alleati ma è anche uno abituato ad occuparsi
personalmente dei suoi problemi ed è per questo che adesso, nei panni di Falcon,
si è messo all’inseguimento dell’uomo che lui ancora non sa chiamarsi Richard
von Burian.
Rintracciarlo
in mezzo al traffico non è stato difficile dall’alto e di certo il tizio non si
è accorto di essere inseguito da un uomo volante.
Con
un po’ di fortuna anche Emmy Doolin, che lo sta seguendo, in moto non si farà
notare. Da quanto Falcon sa di lei, non è una sprovveduta.
Improvvisamente
dal retro dell’auto inseguita, appena sopra il paraurti, escono due canne di
fucile da cui parte una sventagliata di proiettili che si abbatte sulla moto di
Emmy.
La
preda si è accorta di essere braccata ed ha deciso di reagire.
Capitan America si volge
verso Patriot e grida:
-Salta!-
I
due eroi in costume saltano oltre il bordo del tetto quasi contemporaneamente.
Un secondo dopo due proiettili sibilano nel punto dove erano prima.
Cap è la prima a
raggiungere l’asta di una bandiera e sfrutta lo slancio per balzare sul
tettuccio di un’auto parcheggiata proprio lì sotto e poi al suolo. Patriot
arriva subito dopo.
-Come sapevi che stavano per spararci da
un’altra direzione?- le chiede.
-Le spiegazioni a dopo, seguimi!-
Cap
prende a correre a zig zag per evitare eventuali proiettili diretta verso il
quartier generale elettorale di Josh Cooper. Ancora una volta Patriot la imita.
Improvvisamente
qualcosa sibila sopra le loro teste e colpisce l’edificio.
-No!- grida Liz Mace.
La
successiva esplosione inghiotte le sue parole.
L’uomo
entra nella stanza dove un giovanotto dai capelli biondi sta terminando una
sessione di allenamenti in una qualche arte marziale.
All’ingresso
del nuovo venuto il giovane si ferma e gli va incontro per poi mettersi
sull’attenti e dire:.
-Buonasera, Signore. Non mi aspettavo una sua
visita.-
-Riposo, soldato. Sono venuto a vedere come
stando andando le cose. Direi che vanno bene. Siamo arrivati al grande giorno.
Pensi di essere pronto per ciò che ti aspetta?-
Il
giovane dà uno sguardo ad un’uniforme dentro una teca e risponde:
-Lo sono, Signore. Non vedo l’ora di
riprendere il ruolo che mi spetta e fare tutto ciò che posso per il bene del
mio paese.-
-Ottimo atteggiamento, figliolo.-
L’uomo
sorride. È assolutamente certo che il ragazzo servirà allo scopo per cui è
stato preparato e sarà una sorpresa per molta gente, compreso Henry Peter
Gyrich.
Per
ottenere ciò che voleva Gyrich non ha esitato a fare un patto con il Diavolo ma
ha dimenticato una cosa: il Diavolo riscuote sempre i suoi debiti e lui ne sarà
l’esattore.
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Relativamente poco da dire.
1)
Christine Palmer è un personaggio creato da Jean Thomas & Win
Mortimer su Night Nurse #1 datato dicembre 1972.
2)
Moise Bomvana è stato creato da Peter B. Gillis & Denys Cowan su
Black Panther Vol. 2° #1 datato luglio 1988.
3)
Frank Littel è stato creato da Peter B. Gillis & Denys Cowan su Black
Panther Vol. 2° #3 datato settembre 1988.
Nel
prossimo episodio: rivelazioni e sorprese e se ve ne parlassimo adesso, che
sorprese sarebbero?.
Carlo